sabato 28 giugno 2014

La fiaba e il conflitto edipico

Ciao a tutti!
Avete mai sentito parlare del complesso di Edipo?  È un concetto sviluppato nell'ambito della teoria
psicoanalitica da Sigmund Freud per spiegare la maturazione del bambino attraverso l'identificazione col genitore del proprio sesso, verso cui il bambino nutre sensazioni di gelosia e rivalità, e il desiderio di "possesso" nei confronti del genitore del sesso opposto. La formulazione di tale complesso si basa sul mito greco di Edipo che, a sua insaputa, uccise il padre e si sposò con la madre (per ulteriori approfondimenti sul mito potete accedere a questo indirizzo www.ovo.com/edipo).
Anche le bambine devono superare un conflitto che prende il nome complesso di Elettra. Tale complesso infatti è, sempre in psicoanalisi, una sorta di analogo femminile del complesso di Edipo.

«Nel travaglio del conflitto edipico, un ragazzino può provare del risentimento verso suo padre, che gli impedisce di ricevere l’attenzione esclusiva della madre. Il bambino vuole che sua madre ammiri lui come il più grande degli eroi; ciò significa che in qualche modo deve togliere di mezzo il padre. Quest’idea, però, ingenera ansia nel bambino, perché cosa sarebbe della famiglia senza il padre che se ne prendesse cura? E cosa succederebbe se il padre scoprisse che il ragazzino voleva che lui si togliesse di torno… non potrebbe prendersi una tremenda vendetta?» (B.Bettelheim, “Il mondo incantato”, pp.110)
 
Dunque, secondo il pedagogista Bettelheim, la fiaba ha il compito di guidare il bambino nel superamento del complesso edipico.
Nella vita di una famiglia accade di solito che il padre è spesso assente, mentre la madre si prende cura dei figli adempiendo alle loro necessità. Consegue perciò che per un bambino sia più semplice pensare che la figura del padre non sia tuttavia così importante nella propria vita, mentre per la bambina è difficile fare a meno delle cure materne. Dunque il padre che ostacola i desideri edipici del bambino non viene visto come una figura malefica all’interno della cerchia familiare, piuttosto il bambino proietta le proprie frustrazioni e ansie in un gigante, in un mostro o in un drago. Nella fantasia edipica di una bambina, invece, la madre è scissa in due figure, la meravigliosa madre buona e la cattiva matrigna. La fiducia e la lealtà per la prima permettono alla bambina di superare i sensi di colpa suscitati da ciò che vorrebbe che accadesse alla matrigna che contrasta i suoi desideri.
Simili fantasie offerte dalle fiabe permettono allora ai bambini di sconfiggere le proprie angosce edipiche, poiché in questo modo riescono ad avere il meglio dei due mondi, possono cioè «godere pienamente di soddisfazioni edipiche a livello fantastico e mantenere buoni rapporti con entrambi i genitori nella realtà».

Nessun commento:

Posta un commento